Castello Monforte
Il castello Monforte fu costruito nel 1459 ad opera del conte
Cola, sembra su una preesistente struttura di origine normanna o
longobarda. Avvalorano questa tesi le mura di cinta, le torri di
scolta, la mole e la forma stessa del castello. Le linee non lievi,
tipiche delle dimore cinquecentesche, e lo stesso colore grigio
scuro del calcare conferiscono al maniero l'aspetto di fortilizio
più che di dimora signorile. Posto sulla cima del monte che sovrasta
Campobasso l'edificio si presenta infatti come un massiccio quadrilatero
con ingresso principale, ora non più utilizzato, rivolto verso la
città sottostante. Ci sono tracce del ponte levatoio e delle torri
laterali poste a difesa. Le finestre, poche e quadrate, sono piccole
tanto che si confondono con le feritoie. Svetta in alto una grande
torre rettangolare che attualmente ospita la stazione meteorologica
dell'aeronautica militare. Alla sommità delle mura vi è una lunga
sequenza di merli guelfi. Al di sopra dell'attuale ingresso, prospiciente
un ampio piazzale, vi è lo stemma dei Monforte composto da una croce
contornata da quattro rose. L'interno del castello è molto scarno;
salendo la spoglia gradinata si arriva sulla terrazza dalla quale
si ammira un panorama ampio e suggestivo: si vedono i resti delle
mura osco-sannite, la struttura a ventaglio del borgo antico, la
città di Campobasso e i tanti paesini intorno. Lo sguardo spazia
dalle valli dei fiumi Biferno, Trigno e Fortore, ai monti dell'Abruzzo,
con la splendida Majella, dalle verdi montagne dell'Alto Molise
fino alle gialle colline della Puglia.
La cattedrale
Nel 1504, per volere del feudatario Andrea de Capoa, fu edificata
al di fuori della cerchia muraria feudale, la chiesa della SS. Trinità.
In essa ebbe sede la confraternita della Trinità, soppressa nel
1809, divenuta celebre nel XVI secolo per le lotte con quella dei
Crociati. Distrutta dal terremoto del 1805, fu ricostruita su progetto
dell'architetto Berardino Musenga. Fu riaperta al culto nel 1829
diventando parrocchia e sede del Capitolo Collegiale. Nel 1860 fu
chiusa al culto e utilizzata dalle truppe regolari quale caserma.
Nel 1900 fu riaperta ai fedeli, diventando sede cattedrale nel 1927.
Oggi è la chiesa più rappresentativa della città. La facciata ricalca
lo stile neoclassico con pronao esastilo e frontone triangolare
campeggiante nella parte superiore. L'interno è diviso in tre ampie
navate: in quelle laterali si aprono due grandi cappelle mentre
nella centrale è possibile ammirare, sovrastante l'altare maggiore,
un elegante baldacchino sostenuto da capitelli corinzi. Nella navata
di sinistra è situato il fonte battesimale di granito a forma di
vasca quadrata risalente al 1745. Dietro l'altare sono situati il
coro, realizzato in noce, e il magnifico organo. Le vetrate policrome
rappresentano i santi difensori del dogma della Trinità: Sant'Agostino,
Sant'Ilario, Sant'Anastasio e San Nicola.
Convitto Mario Pagano
Il Convitto Mario Pagano cominciò ad essere edificato nel
1879 sull'area dell'ex convento di San Francesco della Scarpa e
venne completato nel 1900. L'edificio, di mole imponente, si sviluppa
su tre piani nel corpo centrale e su due nelle sezioni laterali.
La facciata presenta al piano terra un ampio portale centrale e
una serie di finestre leggermente arcuate. All'interno vi sono ambienti
spaziosi, lunghi corridoi e una magnifica aula magna arricchita
da quadri dei pittori Romeo Musa e Marcello Scarano, riproducenti
usi e costumi della Regione. Nell'oratorio è possibile apprezzare
un dipinto rappresentante la Natività proveniente dalla Galleria
Pitti di Firenze. L'edificio si affaccia su un giardino, impiantato
alla fine dell'ottocento, che è un vero tesoro botanico grazie alla
presenza di specie pregiate e rare. Tra gli alberi primeggia la
sequoia gigante che ben si è adattata al clima della città raggiungendo
un'altezza imponente. Altra vera rarità è la Ginkgo biloba originaria
della Cina nota per la forma a ventaglio delle sue foglie e per
il colore: verde intenso in primavera e un acceso giallo oro in
autunno. Il cedro del Libano crea infine un angolo caratteristico
con i lunghi rami che si sporgono oltre l'inferriata.
Municipio
Nel 1874-76, sulle rovine di un antico convento dei Celestini
del 1200 andato distrutto in seguito al tremendo terremoto del 1805,
fu costruito l'edificio che è l'attuale la sede del municipio. Il
palazzo presenta un ampio porticato che fa da atrio e un' elegante
facciata a tre piani, sormontata da un quadrante d'orologio . Nell'androne
si erge un'imponente statua equestre di San Giorgio, patrono della
città. Nell'ala destra del palazzo pubblico è presente una piccola
cappella dedicata a Santa Maria della Libera, unica parte dell'originaria
struttura monastica che miracolosamente non andò perduta con il
rovinoso sisma.
Sant' Antonio Abate
La chiesa di Sant'Antonio Abate fu edificata nel 1572, sopra
i resti di una preesistente chiesa di modeste dimensioni. E' il
monumento più rappresentativo dell'arte barocca a Campobasso. L'interno
è ad una navata con un magnifico altare maggiore realizzato in marmo
nel 1748. Sulle pareti laterali vi sono quattro altari intagliati
in legno e rivestiti di oro zecchino. Nella chiesa sono presenti
pregevoli dipinti di Guarino da Solofra; sua è la tela di San Benedetto
del 1643 e alcune altre, di piccolo formato, che si trovano sull'altare
dedicato a Sant'Antonio Abate. Numerosi i dipinti sulle pareti del
presbiterio di scuola napoletana del XVII e XVIII secolo. Sul lato
sinistro è situato un notevole organo del 1696, impreziosito dalla
fine decorazione ad intaglio e dal ricco rivestimento in foglia
d'oro. Caratteristica è la statua lignea di San Francesco realizzata
dallo scultore campobassano Paolo Saverio Di Zinno.
San Bartolomeo
La chiesa dedicata a San Bartolomeo sorge su una terrazza
naturale che si affaccia sul borgo antico. Ubicata all'interno delle
antiche mura perimetrali del castello, in prossimità della torre
"Terzano", fu costruita nello stesso periodo della chiesa di San
Giorgio e affidata ai monaci Basiliani che successivamente la cedettero
ai Cavalieri di Malta. La facciata è più ricca rispetto a quelle
delle chiese vicine. Il portale, del XIII secolo, è formato da un
arco che poggia su colonne cilindriche con capitelli e foglie bizantine.
La lunetta sottostante l'arco del portale è divisa in due sezioni:
nella prima è raffigurato un Cristo Redentore benedicente alla greca,
nella seconda sono riprodotti i simboli dei quattro evangelisti
e di altre otto figure che dovrebbero rappresentare i dottori della
chiesa sulle cui teste campeggia una mano espressione dell'onnipotenza
divina.

Lateralmente al portale sono presenti due arcate cieche sorrette
da lesene. L'interno, recentemente restaurato, è formato da tre
navate con archi a tutto sesto. Alla destra dell'abside è conservata
una targa capovolta che risale al I° secolo dell'impero romano probabilmente
di origine funeraria. Il campanile, ricostruito nel 1874 dopo che
il terremoto del 1805 lo aveva fatto crollare, conserva ampi finestroni
di stile rinascimentale.
San Giorgio
La chiesa di San Giorgio, edificio di stile romanico in pietra
viva, sorge ai piedi del castello Monforte. Alcune fonti storiche
ne testimoniano l'esistenza fin dall'anno 1099, essendo stata costruita
sui resti di un antico tempio dedicato ad Ercole. Alcuni atti di
donazione di terreni comprovano che nel XII secolo fu il centro
della vita religiosa e civile dell'antico borgo. Lo sviluppo urbanistico
del borgo verso la piana sottostante determina la perdita del primato
della chiesa di San Giorgio a favore di quella di San Leonardo;
nel 1338, infatti, il fonte battesimale e l'archivio parrocchiale
vengono trasferiti in quest'ultima chiesa. Nel 1326, grazie alla
donazione del nobile Nicola de Ferraguto, venne edificata una cappella
Bizantina, con cupola cieca, della quale si conservano ancora le
tracce negli affreschi rappresentanti scene dell'antico testamento
mentre nella volta a crociera si possono scorgere le icone degli
evangelisti e di alcuni dottori della chiesa. Originariamente ad
una sola navata, nel 1428 vi furono aggiunte due navate laterali
con cappelle gentilizie. Durante il 1700 successive trasformazioni
portarono alla decorazione degli interni con stucchi dorati. La
semplicità e la nudità della facciata è ciò che colpisce maggiormente
il visitatore. Sopra il portale una lunetta, formata da un grosso
blocco calcareo e divisa in due zone semicircolari, reca un agnello
crocifero decorato con foglie. Sui muri perimetrali spiccano vari
conci recuperati e inseriti in archetti rappresentanti un pellicano
sul fianco destro e una testa d'asino a sinistra. Un terzo concio
riproduce una personificazione del sole. San Giorgio è venerato
come patrono della città di Campobasso. La tradizione narra come,
in occasione di una battaglia svoltasi nel 1200 nei pressi del capoluogo,
San Giorgio operò un miracolo salvando la città. Nella cattedrale
di Campobasso è conservata una lapide che così descrive il prodigioso
evento: " Nella guerra civile del MCC San Giorgio martire con forte
esercito appare, le quattro campane della sua chiesa non tocche
suonano da per se stesse a tremendo stormo, un cupo fragore di armi
si ode, il nemico fugge, i campobassani son salvi". Corsivo
San Leonardo
La chiesa di San Leonardo, oggi sede dell'omonima parrocchia,
è stata dal 1300 al 1500 il centro della vita religiosa e civile
per gli abitanti del borgo. Il terremoto del 1456 fece crollare
parte dell'edificio che in seguito venne ricostruito ed ampliato
La chiesa si segnala per la sua aggraziata facciata: presenta infatti
un interessante composizione che fonde lo stile romanico con il
gotico del XIV secolo. Il portale ha scarsa strombatura; una lieve
gradazione di piano fa acquistare rilievo alle decorazioni nei capitelli.
Gli archi a spirale della modanatura centrale salgono fino a racchiudere
il bassorilievo dell'agnello crocifero, posto nella lunetta centrale.
Di particolare interesse è la monofora laterale romanica, decorata
con motivi vegetali, che riporta alla tradizione delle scuole pugliesi.
Oggi, dopo un'ulteriore restauro, la chiesa di San Leonardo ha acquisito
una nuova ed accogliente luminosità.
Santa Maria della Croce
La chiesa di Santa Maria della Croce, situata nella omonima
e angusta via, venne fondata in epoca normanna da fedeli che si
congregarono nella confraternita dei Crociati riconosciuta con vari
diplomi pontifici del 1073,del 1130 e del 1143. Distrutta dal terremoto
del 1805, fu ricostruita interamente nel 1930-36. Unica in Campobasso
presenta la cupola al centro dell'edificio. L'interno è diviso in
tre navate. Vi si possono ammirare due pregevoli statue in legno
raffiguranti san Nicola da Tolentino e la Madonna della Consolazione.
Artisticamente pregevole è anche la statua dell'Addolorata portata
in processione il Venerdì Santo.
Santa Maria Maggiore
La chiesa di Santa Maria Maggiore, prospiciente il castello
Monforte, è l'antica Santa Maria del Monte. La prima notizia sicura
della sua esistenza risale al 1354. Era sorta infatti come semplice
cappella gentilizia dedicata alla Vergine e, nel tempo, adibita
anche a luogo di sepoltura delle famiglie feudatarie. Nel 1905,
la chiesa venne affidata ai Padri Cappuccini che ancora oggi la
custodiscono. L'intero edificio di culto è stato restaurato; la
facciata ha un paramento murario in pietre di Vinchiaturo con bugne
scabre collocate irregolarmente. All'interno ha un pregevole altare
in marmi policromi. Particolarmente interessante è la statua della
SS.Vergine del 1334, devotamente venerata. Notevoli per la loro
sensibilità stilistica sono gli affreschi di Amedeo Trivisonno e
di Leo Paglione. Sulla destra dell'ingresso è una cappellina dedicata
a S. Padre Pio da Pietrelcina , nella quale sono custoditi gli oggetti
appartenuti al santo durante la sua permanenza nel convento attiguo
alla chiesa negli anni 1905 e 1909.
Teatro Savoia
Sull'area dove precedentemente era stato eretto il Teatro
Margherita venne costruito, negli anni venti , Il corpo edilizio
che comprende l'attuale Teatro Savoia, chiamato in un primo tempo,
"Teatro Sociale". L'inaugurazione avvenne nel 1926 con la rappresentazione
dell'opera lirica "Tosca" di Giacomo Puccini.

Sulla platea, a forma di ferro di cavallo, si affacciano quattro
ordini di palchi ,raggiungibili mediante due scalinate che si diramano
dal foyer. Il palcoscenico, separato dalla platea dal golfo mistico,
ha una capienza per quaranta orchestrali. All'interno del teatro
si possono ammirare gli affreschi realizzati da Arnaldo De Lisio
che rappresentano scene di vita quotidiana, luoghi caratteristici
di Campobasso e del Molise. Di notevole suggestione è l'affresco
"il Trionfo dei Sanniti" che copre l'intera volta della platea.
Interessanti sono anche le opere in ferro battuto realizzate dall'artista
campobassano Giuseppe Tucci. Recentemente, con un'esemplare opera
di restauro, il teatro è stato restituito alla città tornando ad
essere uno dei centri di aggregazione culturale più amati .
Villa de Capoa
La settecentesca villa comunale "De Capoa", recentemente recuperata
con un accurato progetto, è uno dei luoghi più suggestivi della
città . L'ingresso principale, con il pregiato cancello in ferro
battuto, si affaccia su piazza Savoia. Il parco è di stile classico
con viali grandi e piccoli, bordati da curate siepi di sempreverdi,
che si intersecano. La presenza di statue, di sedili marmorei, dell'elegante
balaustra conferiscono all'ambiente armonia e bellezza creando angoli
incantevoli per il riposo e la meditazione nel cuore stesso della
città . Le specie vegetali presenti sono varie e degne di attenzione:
alte sequoie, possenti cedri del Libano, eleganti cipressi, abeti
rossi, profumati tigli continuano ad avere una funzione non solo
ornamentale: sono la testimonianza della cultura, del gusto e dell'arte
di coloro che tanti anni fa hanno realizzato questo gioiello.